Gozi: “Le Pen non sfonda, Macron è riuscito a vincere la scommessa”
Intervista di Niccolò Carratelli su La Stampa, 1° luglio 2024
Sandro Gozi sembra tirare un (prudente) sospiro di sollievo. «Alla fine LaPen non ha sfondato e Macron ha vinto la sua scommessa», dice l’eurodeputato rieletto in Francia, pronto a tornare a Strasburgo nel gruppo liberale di Renew. Ora al secondo turno «c’è la concreta possibilità di impedire al Rassemblement National di ottenere la maggioranza assoluta, costruendo in Parlamento un’alleanza per la Repubblica». I numeri lo consentiranno? «Prima di tutto, i numeri dicono che in Francia c’è stato un risveglio repubblicano, con una partecipazione al voto molto alta, come non si vedeva da oltre 30 anni. È un momento importante per la democrazia francese e la conferma che Macron ha scelto la strada giusta». Bisogna vedere come andrà tra una settimana… «Dobbiamo lavorare per costruire alleanze tra repubblicani e democratici, facendo una valutazione collegio per collegio e trovando un accordo di desistenza per convergere sul candidato più competitivo per battere l’estrema destra. Noi siamo pronti a ritirare i nostri candidati dove sarà necessario. Del resto, già al primo turno avevamo rinunciato a presentarne in 60 collegi per lo stesso motivo. Chi è terzo e ha meno possibilità di vincere si faccia da parte». Non sarà possibile riuscirci ovunque, no? «E chiaro che per noi e, soprattutto, per i nostri elettori, al di là delle nostre indicazioni, alcuni candidati di estrema sinistra di Mélenchon e pro Hamas siano invotabili. Quindi, dovremo fare valutazioni collegio per collegio». Però la prospettiva di una coabitazione tra Macron e Bardella sembra allontanarsi, giusto? «È un rischio che possiamo e dobbiamo evitare: l’estrema destra al potere è una gravissima minaccia per la Francia e per l’Europa. Dobbiamo riuscire a tenere Bardella lontano da Matignon. Sarebbe una coabitazione contronatura, anche se prevista dalla Costituzione. Ci sono le condizioni per provare a costruire una maggioranza con le altre forze in campo». Poi si tratterà di capire chi può tenerle insieme in veste di premier unitario. «Certo, bisognerà trovare un federatore, ma ricordo che l’indicazione del premier è una prerogativa del presidente della Repubblica e sono certo che Macron saprebbe individuare la figura giusta per unire democratici e repubblicani di centro, destra e sinistra». A proposito di Macron, il presidente non esce comunque indebolito da questa partita? «Direi che la sua annunciata morte politica era una notizia largamente esagerata e non si è verificata. Il risultato è buono, dato il contesto attuale, perché dimostra che al centro resta una forza importante, che può ancora risultare decisiva».